Trent'anni fa Alex Langer decise di andarsene. Ci si può chiedere quali fossero i pesi divenutigli insostenibili che lo portarono a quella scelta. Di certo le guerre nella ex-Jugoslavia, contro le quali si era speso incessantemente, devono essere state tra i principali. Di lì a poco si sarebbe capito fino a che punto l'insostenibilità sarebbe arrivata. L'11 luglio, otto giorni dopo, sarebbe iniziato il genocidio dei bosgnacchi di Srebrenica. I fatti sono noti, ma nonostante si sia giunti a sentenza con la condanna di esecutori e mandanti, su tutti Radko Mladić e Radovan Karadžić, rispettivamente capo di stato maggiore e presidente della Repubblica di Srpska, nonostante si siano appurate le responsabilità del contingente olandese di Caschi blu, rimangono una ferita aperta e ancora ci interrogano. E lo fanno sia perché delle 8372 vittime sono ancora numerose quelle che non sono state identificate, sia per l’uso politico che ne viene fatto. Se infatti da parte serba il genocidio viene minimizzato o negato, da quella bosniaca è usato come mito fondativo dello Stato, volto non solo (e in un certo senso legittimamente) a presentarsi come vittime, ma anche a nascondere i propri crimini di guerra. Negli anni non si è tentato di ricucire per quanto possibile la società bosniaca, che è sempre stata mista, ma si è sempre e solo perseguita la via della divisione etnico-nazionale, anche da parte degli organismi sovranazionali che avrebbero potuto evitarlo (un esempio su tutti è lo stesso Tribunale penale internazionale per la ex-Jugoslavia che ha lasciato impuniti i crimini di Naser Orić e Ante Gotovina, acclamati come eroi dalle rispettive fazioni). Il nocciolo della questione è che ancora non si riesce ad immaginare una politica che non fondi diritti e relazioni sulla nazionalità. Gli accordi di Dayton, di cui ricorrerà il trentennale a novembre, disegnarono l’architettura statuale della Bosnia Erzegovina proprio lungo le linee di divisione etnico-nazionale. Il fragile equilibrio che da quel trattato è scaturito è però continuamente scosso dalle pulsioni nazionalistiche di uno dei tre popoli costitutivi, soprattutto da quelle serbe e croate. Se sono note le tendenze separatiste della Repubblica Srpska e del suo presidente (ora decaduto) Milorad Dodik, meno esplicite sono quelle dei nazionalisti croati guidati da Dragan Čović, volte alla creazione di una terza entità esclusivamente croata. Inoltre, entrambe le ambizioni sono sostenuti dai governi di riferimento, quello serbo di Miloš Vučević e quello croato di Andrej Plenković, sempre tentati dal sogno di una Grande Serbia e una Grande Croazia. Per questo la Bosnia Erzegovina rischia di diventare una zona di frizione di tensioni internazionali. Cosa potrebbe succedere se Vučević decidesse di intervenire nelle faccende bosniache per superare la profonda crisi in cui versa il suo governo, fortemente contestato dalla piazza? Dove verrà usato il 5% del PIL della Croazia destinato al riarmo, come voluto dall’UE? Cosa faranno NATO e Russia (tradizionale alleata della Serbia)? Finché si punterà su entità politiche etnicamente omogenee, invece che su quei "traditori della compattezza etnica" che evocava Langer, non si potrà porre argine a questa china. E se allora gli Stati europei, Germania in testa, sacrificarono la Jugoslavia per una nascente federazione europea e per omissione non seppero opporsi al genocidio, le connivenze e corresponsabilità europee in quello che si sta consumando a Gaza non fanno che temere per un ritorno di un ulteriore orrore.
Qualche articolo:
BOSNIA: Cinque scenari di fronte alla sfida di Dodik
https://www.eastjournal.net/archives/143533
Bosnia Erzegovina, politici intoccabili
https://www.balcanicaucaso.org/aree/Bosnia-Erzegovina/Bosnia-Erzegovina-politici-intoccabili-238678
La Croazia di Plenković in Bosnia ed Erzegovina: tutela etnica o interferenza politica?
https://www.geopolitica.info/croazia-bosnia/
Is Croatia undermining Bosnia’s sovereignty?
https://www.aljazeera.com/features/2018/12/18/is-croatia-undermining-bosnias-sovereignty
Bosnia Erzegovina: riforma elettorale preludio alla divisione del paese?
Mezzo milione di persone al concerto di un cantante ultranazionalista
https://www.ilpost.it/2025/07/05/thompson-concerto-zagabria/
BOSNIA: Dopo serbi e bosgnacchi, anche i croati vogliono la loro entità
https://www.eastjournal.net/archives/81255
Cosa resta del Tribunale Penale Internazionale per l’ex-Jugoslavia?
https://www.eastjournal.net/archives/88131
Ante Gotovina e la pulizia etnica. Un velo su ciò che veramente è stato
https://www.eastjournal.net/archives/23577
CROAZIA: Ante Gotovina nominato consigliere speciale del governo
https://www.eastjournal.net/archives/78468
I crimini di guerra bosgnacchi. Nessuno fu esente dalla barbarie
https://www.eastjournal.net/archives/64498
BOSNIA: La politicizzazione di Srebrenica e il negazionismo
https://www.eastjournal.net/archives/63584
Srebrenica, trent'anni dopo il genocidio l'identificazione delle vittime continua
Il massacro di Srebrenica: 30 anni dopo ancora molti dispersi
1995-2025, Srebrenica uccisa due volte
https://ilmanifesto.it/1995-2025-srebrenica-uccisa-due-volte
Il genocidio di Srebrenica: cosa non abbiamo imparato
https://www.valigiablu.it/srebrenica-30-anni-genocidio-lezione/
Bosnia Erzegovina: l‘Atlante dei crimini di guerra
https://www.balcanicaucaso.org/aree/Bosnia-Erzegovina/Bosnia-Erzegovina-l-Atlante-dei-crimini-di-guerra-194796
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