2.
i linguaggi del potere si avvalgono sempre della massima del divide
et impera, della dicotomia
amico/nemico, di edipo per in-formare di sé
3.
la grammatica è uno dei luoghi dei linguaggi in cui agiscono
rapporti di forza, sedimentati e imposti
4.
l'atto poetico è sovversione dei linguaggi del potere, nei loro vari
piani di applicazione (semantico, sintattico, morfologico) e nelle
loro varie forme (scritta, visiva, sonora). normalizzazione della
frase come disinnesco e deposizione dei rapporti di potere in essa
contenuti
5.
la con-posizione è l'insieme delle pratiche di smontaggio-montaggio
dei materiali linguistici (data una concretezza materica del
simbolico e delle sue unità - come anche dell'immaginario sociale -
e della loro azione sul reale). in linea di massima, in questo
stoccaggio di materiali linguistici, si alternano varie fasi (non
sempre sono presenti in questo ordine, non sempre tutte):
a.
ricerca delle fonti / compitazione dei testi
b.
prelievo di brani dai testi
c.
riassemblamento dei brani (per omofonie, per agglomerati di
significanti, per contrasto, a caso)
d.
smembramento dell'amalgama ottenuta con l'uso di forme arbitrarie
6.
ma anche: rabdomanzia nei linguaggi / capacità di attrarre elementi
linguistici disparati. oppure: gioco acrobatico nei / tra i
linguaggi, tra le lingue. e: trovare materiali / cercare materiali e
allocarli così come sono
7.
né generato né creato è il verso (il testo): né partorito né
creato ex nihilo. è composto + inventato: com-ponere
(porre insieme) + in-venire (trovare cercando)
8.
l'io poetico è una presunzione: l'asino tedesco dice y-a, quello
italiano i-o. imprescindibile l'essere questo corpo (e, nello specifico, parte della forma di vita, volente o nolente, del maschio bianco occidentale, in particolare italiano microborghese vivente in anni di perenne riflusso. con tutto quello che ciò comporta), hic et nunc,
ma questo corpo è un punto di vista, agglomerato di cellule e di
frammenti di altro / dell'altro. non mai assoluto, né universale
tipo umano (e se mai dovesse essercene uno, di io, sarebbe quello con
le budella torte dalla fame, con i geloni ai piedi. quello che
diserta)
9.
il caso e l'errore sono mezzi poetici fruttiferi (come azione, non
come buoni del tesoro). il taglio, il rumore, il loop, l'a random, il
glitch sono in sè atti poetici, oltre che mezzi atti a far scaturire
l'evento poetico
10.
l'evento poetico è la vivificazione dei materiali testuali
nell'incontro tra lettore/uditore/visore con i materiali stessi,
nelle relazioni tra essi instaurantesi, nelle situazioni differenti
di questi incontri
11.
quanto sopra potrebbe anche essere tutto falso. di sicuro: solo piccola prassi precettistica. e: nessuna illusione
di efficacia. ma, del resto, sul lungo periodo c'è una buona
probabilità che la specie umana si estingua
1 commento:
- corollario n°1:
la tendenziale non assertività dei materiali testuali così con-posti mette in questione la maggior parte dei testi pre-colonnine-infami
- corollario n°2:
lo stesso dicasi per la questione dell'io
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