fomentati non solo dagli ultras delle curve, trasformatisi in
guerrieri sanguinari, spinti semplicemente dall’amore per lo sport
per preparare i giovani a portare le armi, e avrebbe
procurato dei buoni e utili soldati, le competizioni sportive contribuivano
alla formazione dell’ideale
la ginnastica era stata uno dei crogiuoli dove si era formata
la coscienza, e nelle difese, un esercito doveva essere espressione di tutto
l'inizio formale della disintegrazione dello stato, la
riproposizione simbolica di una battaglia a tutto campo
i disordini hanno il loro incipit già nelle ore che precedono
il fischio d'inizio, i tifosi ospiti fanno a pezzi i seggiolini e cominciano a
lanciarli in campo
decidono di farsi giustizia da soli invadendo il terreno di
gioco, sono gli stessi giocatori di casa a ribellarsi e a reagire con violenza
perde le staffe e prende a calci due poliziotti, le immagini
di quel pomeriggio fanno il giro delle tv di tutta europa
picchia violentemente un poliziotto bosniaco, armati di
spranghe e bastoni, è una droga collettiva, se è molto violenta un missile
utilizzano quasi sempre lo sport ai propri fini, va in
qualche modo normalizzata, fa il suo ingresso la politica, e la violenza come
marchio di riferimento
sosterranno, talvolta facendone attivamente parte, la lotta
armata, è il teatro di feroci scontri, il vero e proprio prodromo della guerra
civile
giocando un ruolo fondamentale nell'ascesa al potere, la
curva è un'importante piattaforma di orientamento del consenso politico
gli scontri si contano sempre più numerosi dentro e fuori gli
stadi, quegli atti sono anche la cartina di tornasole
lo stadio è diventato così il luogo in cui si coagulano la
rabbia sociale e la frustrazione, di una crescente insofferenza verso la
situazione politica
ha capito quanto il calcio possa veicolare il consenso,
tramite le curve si può arrivare a sovvertire la situazione, sempre utili e
agguerriti difensori
come se essi fossero una vera milizia, imponendo un ordine
militare, e naturalmente il culto del loro leader
il calcio sarà il catalizzatore della fine, entrando a passo
di marcia, le armi che quella domenica vengono utilizzate non sono soltanto i
pugni
svellono sedili e li lanciano in campo, ma anche i sassi, le
pietre, le spranghe di ferro e i razzi, un inedito pomeriggio di violenza sugli
spalti
reagiscono alle provocazioni con il lancio di pietre, si
riversano in campo, perde le staffe e si avventa contro un poliziotto che sta
picchiando un tifoso
sferra un calcione al tutore dell’ordine, fa immediatamente
il giro del mondo, un nuovo segmento di business
seguono stupri, violenze di ogni tipo, deportazioni in campi
di concentramento, esecuzioni sommarie
in uomini disciplinati e motivati a vincere una guerra, se il
pallone è una metafora che rende comprensibile e discorsivo il mondo
la prima di una serie di domeniche di sangue, cambia il nome
della cittadina ma il risultato è lo stesso, riportate al netto delle verità
irraccontabili
l’immagine che si vuol dare è quella di un bravo padre di
famiglia, oscillano tra la curva e il fronte, le curve degli stadi sono le
prime a fiutare il vento
diventano luogo privilegiato di reclutamento dei gruppi
paramilitari, invasero il campo, inseguirono armati di spranghe giocatori e
supporters avversari
hanno tagliato l’erba in modo che risultasse visibile una
svastica sul terreno di gioco, sono apparse svastiche, sono state disegnate
si presume siano state tracciate nella notte dei
festeggiamenti, basta una notte di festeggiamenti, ma anche i maxischermi
non gli darei molto peso, che hanno probabilmente
approfittato della confusione generata dai festeggiamenti
perché qualche imbecille arrivi e scriva delle cose, un modo
per festeggiare veramente, lanciato agli azzurri sul bus
sulla quale dovrà mimare una parata, perché qualche imbecille
arrivi e scriva delle cose, tantomeno se ne sono accorti
giudica un atto di qualche imbecille, sono un atto di qualche
imbecille, perché qualche imbecille arrivi e scriva delle cose
i teppisti non si sono limitati però a disegnare il segno,
sono state disegnate, teppisti in azione nella notte, i cronisti sul posto
ma i teppisti non si sono limitati a disegnare il segno,
l'azione dei vandali, l'azione dei vandali si è concentrata, per i rilievi del
caso, da ignoti
si scatenò una guerriglia per le vie, c’è una targa che
recita, è necessario fare una pulizia sia fisica, degli stessi
contribuirà in modo decisivo alla radicalizzazione delle
rispettive curve, ai sostenitori della squadra che su questo terreno iniziarono
la guerra
che la guerra sia iniziata al maksimir, l’immagine diventerà
l’emblema del conflitto imminente, il sostegno di un dio degli eserciti
assassini e tifosi part-time, è sempre molto vivo in questo
tipo di competizioni, il fronte di Sarajevo si raggiunge in mezza giornata di
macchina
il calcio ha la capacità di essere cassa di risonanza per
lanciare messaggi semplici, per le prove generali del conflitto
controllare e incanalare per i più diversi scopi la violenza
degli energumeni da stadio, e ciò rese lo sport più efficace di qualsiasi altra
cosa
sono due piccoli eserciti in formazione, verso le 18 scendono
in campo le squadre, sono sul terreno per rispondere alle provocazioni
hanno sassi, pietre, spranghe di ferro, razzi, l’acido per
sciogliere le barre di sicurezza, al posto delle spranghe hanno i fucili
fanno a piedi il percorso fino allo stadio, con una
ginocchiata gli frattura la mascella, la manifestazione alimenta il
nazionalismo
perché quelli divellono i seggiolini e li gettano a uno a uno
sui calciatori, siamo in undici contro ventimila
scavalcano le tribune, la polizia usa manganelli e gas
lacrimogeni, si avventa correndo verso un agente
ripresa dalla televisione e trasmessa in tutto il mondo,
qualcuno si illude coi piedi di poter rovesciare l’inerzia degli eventi
facendo bene il mio mestiere posso essere utile come chi
combatte al fronte, fanno i pendolari tra fronte e stadio
è una metafora bellica talmente chiara che gli esagitati
sugli spalti raddoppiano gli sforzi per mostrare il loro lato più cattivo
troppo difficile prendere atto che un pallone ha spalancato i
cancelli dell’abisso, è caduta la maschera, le scaramucce sono diventate
battaglie
è anzitutto una guerra contro i civili, distrutta da una
guerra inutile, il lessico sportivo continua a valorizzare in modo parossistico
le imprese dei nostri
gli stadi e i giovani sportivi si trasformano, e il confronto
stereotipato tra il genio calcistico, a falange militarizzata
presentarono la guerra come difensiva, la presentarono come una
minaccia proveniente dall’esterno, o un viso orribilmente deturpato da una
ferita
in uno dei contesti di massima persistenza e di massima
valorizzazione dell'identità nazionale, in quanto mezzo per inculcare
sentimenti nazionali
fu anche colmato dallo sport, si era naturalmente rafforzato
con la guerra, contribuì anche a che si buttassero a capofitto nel massacro
generale
lo sport come spettacolo di massa fu trasformato e trasferito
in un'interminabile serie di contesti gladiatori
cosa oggi entrata a far parte della vita quotidiana a livello
planetario, diventavano un simbolo dell'unità nazionale
aveva svolto un'importante funzione nei conflitti
territoriali internazionali, tra persone e squadre che simboleggiavano
stati-nazione
rafforzavano il senso della comune appartenenza, che
costituivano un'ottima valvola di sfogo delle tensioni tra i gruppi
nello stesso momento in cui apprese loro a rivendicare tali
diritti, si stemperavano in pseudoscontri di tipo simbolico
grazie all'istituzionalizzazione di contesti regolati, il
genocidio spesso si basa su narrazioni, lo sport diventò espressione della
lotta nazionale
gli atleti diventarono l’espressione per eccellenza delle
loro comunità frutto d’immaginazione, sono caratterizzate da
intensità negli attacchi
almeno nell’ambito dei maschi, tentativi di erigere delle
barricate a difesa dagli assalti del mondo moderno
era
diventata una sorta di rito quotidiano, specie quella maschile, è accompagnato
da conflitti e violenze, che affollano i cimiteri della storia
ora
sublimano le loro energie aggressive in lotte per la supremazia sul campo da
gioco, si realizza sempre in modo brutale
gran
parte di questi massacri sono stati perpetrati in nome della nazione, erano
deitticamente al centro del campo da tennis
il
parallelo tra sport e guerra appare ovvio, vi sono sempre delle pagine sportive
e non vengono mai lasciate vuote
sono
lette per diletto prevalentemente dagli uomini, come prove generali banali per
i momenti straordinari in cui esplode la crisi
le
pagine sportive sono le pagine degli uomini, è un territorio prevalentemente
maschile, da coloro che sono disposti a produrre armi
gli
uomini apprendono delle gesta compiute in battaglia da altri uomini, che sia
una riproduzione della guerra in forma benigna
potevano identificarsi con una nazione simboleggiata da
giovani, non si potevano vincere nemmeno nella sconfitta
che eccellevano in qualcosa che tutti gli uomini avrebbero
desiderato saper fare, nella sua forma estrema la sconfitta si traduceva
nell’annientamento
una comunità di milioni di individui frutto
dell’immaginazione sembra più reale sotto forma di undici persone con nome e
cognome
questa competizione tra gruppi riguarda l’accesso o il
controllo di posti nell’ambito della macchina dello stato
non
si trattava di uno scontro tra pari, la spesa pubblica nel settore difesa è il
doppio della spesa per l'istruzione
sembrano essere reazioni dettate dalla debolezza e dalla
paura, attraverso il meccanismo della rimozione degli aspetti più repulsivi
fu riconosciuto alla ginnastica il compito di addestrare i
combattenti, come i violenti restauratori dell’ordine
l'uniforme obbligatoria dei ginnasti aveva in parte proprio
lo scopo di cancellare ogni distinzione, come
un surrogato della guerra
l’opinione pubblica viene sapientemente preparata al
conflitto, sembra quasi il trionfo del marketing applicato alle gesta belliche
non si può far vedere un corpo dilaniato da una bomba, non
furono i soli a scomparire nel bagno di sangue della riconquista
il sollievo alle sofferenze è chiesto e affidato a quella
stessa ideologia in nome della quale tali sofferenze si sono prodotte
è la sistematica negazione degli aspetti più truci e
aberranti della guerra, serve a ricordare la centralità della violenza
dimenticano
la violenza che le ha fatte nascere, dichiareranno di essere quelli che si
difendono, tutti sostengono di agire per difendersi
di
fare la guerra per necessità più che per scelta, qui si trattava di una
pantomima parallela alla guerra
ha
inscenato un’epica carica di cavalleria fino all’ultimo respiro, come se non vi
fossero vasti eserciti intenti a fare manovre
non
esiste il terzo mondo per quanto concerne le armi, come avessero conquistato un
combattuto secondo posto
durò quasi vent’anni e devastò l’italia in modo assai più
profondo, intentionally used sports to increase support for the italian war
machine
experienced a significant spike in aggression, increase state
aggression by about two-fifth, when the drone goes close to the ground
flew a small drone into the stadium, often describe games in
military terminology and compare wins and losses to past battles
in trasferta si espugna il campo nemico, il bomber spara una
fucilata, una squadra cinge d’assedio l’area avversaria, va all’assalto
echeggiano
il linguaggio della guerra, comprese quelle che echeggiano la guerra, la guerra
è percepita nei termini di qualcosa di più familiare
di
frequente sono impiegate metafore relative alle armi, fanno spesso ricorso a
metafore sportive, né lo sport è confinato alle pagine sportive
può
fornire i modelli simbolici per la percezione della guerra, la quale combatte
contro degli stranieri per il proprio onore
only warfare feeds imagination, as war minus the shooting,
because it was prefaced by a substantial amount of soccer violence
per
sostenere una guerra in nome della nazione, è una lotta per il monopolio degli
strumenti della violenza, doveva essere violentemente espunta
vengono
dispiegati per sostenere questi interessi, è ottimistico credere che questi
immensi arsenali resteranno inutilizzati
consider a battle in the croatian soccer stadium to mark the
unofficial beginning of war