
giovedì 17 gennaio 2008
sabato 12 gennaio 2008
kroen
giovedì 3 gennaio 2008
zucchero filato nero
nessuna speranza, solo volontà.
e la prima esercitazione:
ESERCITAZIONE 4 (ESERCIZI DI STILE)
mattina: uomo + donna seduti in faccia alla casa di uno, granito dei gradini per tutto il giorno né movimento né linguaggio ed anche la notte. l’occhio del tipo li tiene sotto tiro da dietro le finestre che cazzo vorranno questi? questi son proprio degli strippati niente cibo niente sonno automi saranno degli. il giorno dopo uguale né li smuove il freddo dell’alba o il teschio del sole le intemperie. quanto la carcassa di un animale richiama dapprima avvoltoi e poi via via altri carnivori in relazione alla distanza, la loro presenza attira la curiosità a vari livelli d’intensità dal divertito all’allarmato di vicini abitanti del quartiere della città dell’hinterland sempre le stesse domande chi? e: che cosa? in maniera esponenziale da non credere ormai sono mesi che sento perfetti sconosciuti che mi pigliano per il culo gli occhi addosso di tutto il bel reame ora li caccio esco fuori e li caccio ‘sti due allora grida ve ne volete andare? niente. chiamo gli sbirri li faranno sì sloggiare 113 arriva una volante qui voi non ci potete stare dicono e li portano via. giorno dopo: ancora lì. di nuovo sbirri + volante + sgombero. ma niente più si può fare carceri piene impediamo i bivacchi da ordinanza però non si riesce nemmeno a multarli questi due potremmo cercare una soluzione abitativa ma non è nostro compito. e di nuovo mattina: uomo + donna seduti in faccia a eccetera. seduti per anni. se li prenderà il generale inverno se li prenderà e invece. a tirare le cuoia è lui senza un cane che possa reclamarne la proprietà quindi alienata. al comune che, persa la causa intentata dalla cittadinanza per permettere agli assisi di prenderne possesso, dopo il tentativo del comune stesso di allontanarli, si vede costretto a lasciarla ai due. creato il precedente. e il giorno seguente la città si sveglia puntellata da persone sedute di fronte a case altrui ad aspettare che qualcuno crepi.