mercoledì 22 gennaio 2014

inutile nota po(l)(i)(e)tica


1. ogni discorso, nella sua stratificazione diacronica e nella sua presa sincronica, è un discorso del potere o sul potere e perciò non è mai né neutro né neutrale
2. i linguaggi del potere si avvalgono sempre della massima del divide et impera, della dicotomia amico/nemico, di edipo per in-formare di sé
3. la grammatica è uno dei luoghi dei linguaggi in cui agiscono rapporti di forza, sedimentati e imposti
4. l'atto poetico è sovversione dei linguaggi del potere, nei loro vari piani di applicazione (semantico, sintattico, morfologico) e nelle loro varie forme (scritta, visiva, sonora). normalizzazione della frase come disinnesco e deposizione dei rapporti di potere in essa contenuti
5. la con-posizione è l'insieme delle pratiche di smontaggio-montaggio dei materiali linguistici (data una concretezza materica del simbolico e delle sue unità - come anche dell'immaginario sociale - e della loro azione sul reale). in linea di massima, in questo stoccaggio di materiali linguistici, si alternano varie fasi (non sempre sono presenti in questo ordine, non sempre tutte):
a. ricerca delle fonti / compitazione dei testi
b. prelievo di brani dai testi
c. riassemblamento dei brani (per omofonie, per agglomerati di significanti, per contrasto, a caso)
d. smembramento dell'amalgama ottenuta con l'uso di forme arbitrarie
6. ma anche: rabdomanzia nei linguaggi / capacità di attrarre elementi linguistici disparati. oppure: gioco acrobatico nei / tra i linguaggi, tra le lingue. e: trovare materiali / cercare materiali e allocarli così come sono
7. né generato né creato è il verso (il testo): né partorito né creato ex nihilo. è composto + inventato: com-ponere (porre insieme) + in-venire (trovare cercando)
8. l'io poetico è una presunzione: l'asino tedesco dice y-a, quello italiano i-o. imprescindibile l'essere questo corpo (e, nello specifico, parte della forma di vita, volente o nolente, del maschio bianco occidentale, in particolare italiano microborghese vivente in anni di perenne riflusso. con tutto quello che ciò comporta), hic et nunc, ma questo corpo è un punto di vista, agglomerato di cellule e di frammenti di altro / dell'altro. non mai assoluto, né universale tipo umano (e se mai dovesse essercene uno, di io, sarebbe quello con le budella torte dalla fame, con i geloni ai piedi. quello che diserta)
9. il caso e l'errore sono mezzi poetici fruttiferi (come azione, non come buoni del tesoro). il taglio, il rumore, il loop, l'a random, il glitch sono in sè atti poetici, oltre che mezzi atti a far scaturire l'evento poetico
10. l'evento poetico è la vivificazione dei materiali testuali nell'incontro tra lettore/uditore/visore con i materiali stessi, nelle relazioni tra essi instaurantesi, nelle situazioni differenti di questi incontri
11. quanto sopra potrebbe anche essere tutto falso. di sicuro: solo piccola prassi precettistica. e: nessuna illusione di efficacia. ma, del resto, sul lungo periodo c'è una buona probabilità che la specie umana si estingua

1 commento:

tojo ha detto...

- corollario n°1:
la tendenziale non assertività dei materiali testuali così con-posti mette in questione la maggior parte dei testi pre-colonnine-infami
- corollario n°2:
lo stesso dicasi per la questione dell'io