martedì 7 agosto 2007

new no new age advanced ambient motor music machine

passata la pacchia post-sant’eufemia ci si arrabatta con quello che c’è. neanche con il caffè sembra funzionare l’aulin. tavor e lorazepam non li trovo più negli armadietti di mio padre e me ne sconsiglia il fratello che dice: li tiene contati. ok. mischio nello stomaco birra custoza e bardolino la sera. e la fortuna è che juansebastianveron o il mio cilotto sia ancora molto richiesto quindi ho il culo di scroccare pure quello, lo shit. e quando sono arrivato a livello mi alzo con la vescica che esplode zigzago tra i tavoli e le panche che cardano&decumanano quella parte di campetto alle spalle della chiesa faccio uno scalino e una piccola rampa puntando i piedi, abbassando il baricentro. al buio della stradina bianca piscio tra i calcinacci in faccia alla luna


in piedi


che il cielo sembra umido della luce di luna che perde i pezzi madida volta celeste, luminosa. che le stelle sembrano macchie stinte la forfora su maglia scura entri in una cazzo di disco e luci blu magnetico bianco. e piscio. ulivi che quintano la vista della valle accesa a giorno.


il locale è un cubo di roccia luce di fiaccole rimpatto il rubinetto fisiologico mi giro a sinistra ritorno


ma non è che la sovrapposizione di due scene una di anni fa di questo locale polveroso come un cubo nel niente, in provincia di lecce qualcuno che guida l’auto con le ginocchia e rolla una canna mi pare che si sia bevuto sangria. nel campo del PEPPO fiaccole ad illuminare la baracca alla quale sediamo PEPPO suona jambé il TOJO chitarra il resto della maraja gioca a quintilio che è tipo una briscola o una scopa in cinque ma ci sono delle regole che ho dimenticato in fretta che ci avevo giocato pure io che fondamentalmente sono il TOJO che è lo stesso di dire TOJO per quello che importa EVELINE non so. poi mi alzo ancora con la vescica che esplode fuoco d’artificio scampato e piscio tra gli ulivi delle terrazze che scendono la collina, si getta nella valpantena.


piscio sempre in piedi che è l’unico vanto di essere maschi che non è come ti fanno credere che siamo uomini dobbiamo farci rispettare lavorare duro eccetera. siamo solo delle schifo di scimmie idiote senza coda. me ne sono accorto un giorno che aspettavamo l’autobus per andare non ricordo in che parte di bologna un euro il biglietto ma è sempre meglio di prendere la multa una volta pioveva l’altra dovevo correre a prendere il treno per milano un paio di giorni con GIOB a casa di suoi amici volevamo andare in svizzera ma poi non se n’è fatto niente in treno guardiamo il binario in fianco al nostro dove in attesa di partire vediamo un cadavere coperto da un lenzuolo bianco che gli lascia scoperti i piedi. due giorni dopo è morta mia nonna.


a bologna le fermate dell’autobus sono rosse come gli autobus non come gli edifici che dicono che sono rossi ma in realtà sono terra bruciata. forse eravamo stati invitati a cena da qualcuno o stavamo andando al link o dove cazzo era saliti si vedono tutti questi primati appesi alle maniglie ai tubi.


scimmie senza coda e basta. ci odoriamo ci grattiamo ci scopiamo seguiamo gli ormoni, le gerarchie. mangiamo cachiamo pisciamo vomitiamo moriamo. per vedere i nipoti che portano il tuo cognome se sei maschio. mah. familismo veneto ancien regime del patriarcato e non accennare all’omosessualità, al vilipendio alla bandiera inno nazionale il silenzio fuori ordinanza. gli sbirri ti stanno sui coglioni perché ti inculano la patente venerdì sabato domenica che sei spolpo.


ma stando zitti si riesce a sopravvivere. quando poi parli non ti prendono sul serio quando lo sei se spari cazzate a ruota libera eccetera eccetera.


tanto prima o poi saremo solo polvere, e il resto rovine che lo sono già in potenza strati per chi si prenderà la briga di scavare gli abusi edilizi che fiancheggiano la statale dove si va a fare il puttan-tour le strade interne le crepe nelle case di nuova costruzione che è normale finendole in un paio di mesi quando per la stabilizzazione dei materiali ci vorrebbero un paio d’anni questo è il paesaggio che inquadra la vista dal lago a verona ma non che più in là sia molto meglio. questo è quello che vediamo tornando da una cazzo di disco che ci ha contenuto per il compleanno dello SBIRRO questo è quello che vedo mentre mischio grappa di merlot prosecco di valdobbiadene liquore alla mela verde caffè aulin grappa di amarone glen grant orione adagiato sulle cime degli ulivi viti, il frumentone la luna quasi è spenta ma fari che nominano l’asfalto i paesi superati. il resto non è niente. berrei volentieri una birra e fumerei una nessuna centomila cicche ma. precetti divini da infrangere. uccido solo qualche insetto non rubo se non si considerano posacenere e bicchieri fatturati nei locali visto che mi chiedono 4 € per una media. bah. ma pratico con costanza e metodo la falsa testimonianza

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